cortometraggio su bullismo e bulimia realizzato dagli studenti normodotati e disabili degli istituti “Cavalcanti” e “Solimena” di Napoli
Dare l’opportunità agli adolescenti – tra cui studenti diversamente abili – di parlare con le immagini e di portare il cinema in un quartiere che ne è orfano: è stato questo l’obiettivo del progetto cinematografico “C’era una volta… San Giovanni”, che accende i riflettori su Napoli Est, partito lo scorso febbraio, che ha coinvolto l’Istituto Comprensivo “Madre Claudia Russo – Solimena” e l’Istituto IPSEOA “I. Cavalcanti” di San Giovanni a Teduccio, i cui studenti, 25 della Solimena e 25 del Cavalcanti, hanno realizzato interamente due cortometraggi dedicati al bullismo e alla bulimia.
I lavori sono stati presentati martedì 23 Maggio alle ore 9.30 all’IPSEOA “I.Cavalcanti”, con l’intervento degli studenti, delle loro famiglie, dei docenti che hanno organizzato e coadiuvato i lavori e delle due società esterne che hanno fornito il supporto tecnico. Alla manifestazione interverranno, tra gli altri: Lucia Fortini, assessore alle politiche sociali e giovanili della Regione Campania; Maura Striano, assessore alla scuola del Comune di Napoli; Angelo Melone, console onorario della Repubblica democratica del Congo; Alessandro Fucito, presidente della VI municipalità di Napoli; Ettore Acerra, direttore generale USR Campania; Anita Rubino, dirigente psicologo ASL NA1; Carmela Libertino, dirigente Scolastico IPSEOA “Ippolito Cavalcanti”; Antonietta Maiello, dirigente I.C. “Solimena”.
L’Associazione The Jack ha fornito gli strumenti ai partecipanti per interagire, cooperare ed includere.
Dalla sceneggiatura alla distribuzione dei ruoli come attori, registi, operatori di ripresa, costumisti, scenografi e fino al montaggio, i protagonisti sono stati gli studenti che, opportunamente formati, hanno avuto anche l’occasione di scoprire vocazioni nascoste e di poterle coltivare: «Questo progetto ha consentito il riavvicinamento al mondo scolastico di chi ne aveva preso le distanze, anche soltanto per la curiosità di capire cosa fosse il progetto stesso ed ha reso possibile nuove forme di apprendimento che incontrano anche i bisogni degli adolescenti, abitualmente ammaliati dal linguaggio delle immagini. Al progetto hanno partecipato anche studenti con problematiche di disabilità e ciò ha permesso a tutti di collaborare su un piano unico, rispettando le potenzialità e le capacità di ciascuno, senza produrre né giudizio, né distanze. Il corso sul linguaggio cinematografico e audiovisivo ha consentito anche una conoscenza del territorio di appartenenza e rappresenta una opportunità da spendere nel mondo del lavoro.
Obiettivo principale del progetto è stato dare l’opportunità agli adolescenti di parlare con le immagini e di portare il cinema in un quartiere che ne è orfano. Un processo di sensibilizzazione rispetto al territorio di appartenenza e di alfabetizzazione alle tecniche e ai media di produzione e di diffusione delle immagini, con il sostegno dello sviluppo della creatività. Lo scopo è anche quello di sollecitare, attraverso il linguaggio cinematografico, una modalità espressiva nuova, lontana da quella comunemente adoperata dai giovani che è quella dei social media.