Hand pan: lo strumento musicale del nuovo millennio
Ormai la storia la conosciamo già. L’Hand pan o Hang drum nasce in Svizzera agli inizi del nuovo millennio, da una coppia di artigiani, Felix Rohner e Sabina Schärer che si occupavano fino ad allora della costruzione e accordatura di Steel Drum. In pochissimi anni ha fatto innamorare il mondo intero con le sue vibrazioni magiche, tanto da essere riconosciuto come strumento musicale terapeutico.
Diversi costruttori sono nati in questo decennio, dando vita a strumenti sempre diversi ed estremamente personali. I metalli utilizzati, le scale, la tipologia di fabbricazione. Ogni singola martellata ha dentro una enorme quantità di conoscenze. Ciò determina un suono estremamente caratteristico, fondamentale per percepire il feeling con il nostro strumento.
Esistono Handpan differenti?
Ogni costruttore in base alle proprie esperienze decide quale materiale utilizzare. L’acciaio dona allo strumento un carattere più percussivo, brillante, ricco di armoniche, con un suono di attacco ben distinto. Gli strumenti in lega sono più precisi, lineari, con suono di attacco meno netto e sono a mio avviso ideali per la musica elettronica. Esistono scale diverse, alcune molto originali ideate dallo stesso costruttore. Si può tranquillamente affermare che ogni Handpan è uno strumento a se con una propria anima.
E’ complicato da suonare?
Solamente per i primi cinque minuti. Poi ti rapisce e vuoi scoprirlo tutto.
E’ uno strumento limitato?
La prima regola della creatività è non porsi limiti. Apparentemente l’hang drum potrebbe risultare uno strumento limitato, date le poche note disponibili che grossomodo seguono sempre la stessa scala, ma in realtà non è così. E’ uno strumento che basta a se stesso, essendo ritmico, armonico e melodico. Basta cambiare bpm per ottenere un mood completamente diverso dal precedente e poi è uno strumento che ti suona addosso, ed il corpo sente quelle vibrazioni che diventano immediatamente ispirazioni sempre diverse.
Abbiamo intervistato Matteo Gusmeroli di Harmonic Sculpture:
Come hai iniziato a costruire Hand pan?
Nel 2013 durante un viaggio nelle Cicladi ebbi l’occasione di ascoltare questo magico strumento. Non riuscii a vederlo ma solamente sentirlo da lontano. Un temporale improvviso fece scappare l’artista di strada che lo suonava, lasciandomi con una melodia in testa. Non sapevo da quale tipo di strumento provenisse, sapevo solo che era qualcosa che io, non avevo mai visto né udito.
Tornato a casa, il pensiero di quelle note mi rimbalzava per la testa fino a quando un amico qualche settimana più tardi mi fece ascoltare una canzone e li riconobbi distintamente quel suono. Finalmente potevo dare un nome ma soprattutto una forma allo strumento. Ho ancora i brividi se penso a quel giorno.
Da lì cominció una lunga ed estenuante ricerca dello strumento, hang, space drum, handpan, pantam. Molti erano i nomi con il quale veniva chiamato.
Non avendo disponibilità economiche per poterlo acquistare decisi di provare a costruirlo basandomi sui video musicali che trovavo in rete. L’inizio fú molto difficile. Al tempo ero agricoltore e tornare a casa distrutto dalla giornata lavorativa e mettermi a martellare il metallo era molto faticoso. Nel giro di 1 anno, dopo molteplici tentativi riuscii ad intonare la mia prima nota e dopo alcuni mesi ultimai il mio primo strumento.
I tuoi strumenti hanno qualcosa di molti diverso dagli altri, puoi dirci qual’è il segreto di un suono così ampio e travolgente?
Ci sono infiniti metodi per poter creare uno strumento. Ciò che caratterizza il suono finale è il materiale, il trattamento termico, il metodo di formatura delle cupole, lo spessore del metallo, la dimensione delle note, il metodo d’intonazione ecc..
Per rendere unici e personali i miei strumenti ho deciso di concentrarmi sulla base, ovvero il materiale ed il metodo di formatura delle cupole.
In commercio si trovano cupole pronte per essere intonate, prodotte da altri costruttori. Il risultato finale può essere ottimo ma un orecchio esperto riconosce il timbro caratterizzato dal materiale.
Il primo step da superare è la scelta del materiale. Segue il trattamento termico per permettere una protezione dalla corrosione e la stabilità dell’intonazione.
Ho scelto di produrre le mie cupole tramite un macchinario appositamente costruito che gonfia la lastra di metallo tramite acqua compressa, questo mi permette di controllare lo spessore finale della cupola e la sua profondità. Utilizzando uno spessore di partenza di 1.2 mm lo strumento ultimato risulta molto più stabile anche se percosso con molta forza, con un timbro molto caldo ed armoniche ben bilanciate. Ciò permette un controllo sulla dinamica eccezionale ed un volume maggiore.
Altre lavorazioni come la spazzolatura, ottonatura e cotture in forno, conferiscono un timbro personale ai miei strumenti.
Qual’è la tua scala preferita?
Se dovessi scegliere in questo momento direi una scala chiamata Mystic. Si tratta di una scala minore molto meditativa che come il nome anticipa, genera un sound mistico. E’ una scala ben bilanciata e non particolarmente impegnativa da suonare. La scelta della scala non é particolarmente difficile, basta suonare 30 secondi lo strumento per capire se può essere la giusta scelta.
Sei sempre in giro per l’Europa nei vari festivals. Cosa ti piace di questi contesti?
Per me é molto importate partecipare ad eventi e festivals dedicati all’ handpan. Così posso mostrare le mie creazioni, incontrare amici costruttori con i quali scambiare idee, seguire l’evoluzione ed i trend dello strumento.
Nel corso degli anni sono nati sempre più festival handpan. Sempre più artisti stanno approfondendo e sperimentando show al di là delle semplici esibizioni di strada.
I festival sono in un certo senso un mondo parallelo. Si é creata una vera e propria famiglia/corrente di pensiero. Ci si sposta di festival in festival portando con sé arte, amore per la musica, e lo scambio culturale. L’handpan é uno strumento che unisce le persone. E’ molto intimo ma al contempo può essere condiviso e suonato in gruppo. Mi ha cambiato la vita e non potrei mai tornare indietro. Consiglio a tutti di avvicinarsi a questo mondo perché non può far altro che portare benefici a noi stessi ed al mondo intero.
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